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Attribuito al Magister Gallus, costruito nella prima metà del XIV sec. era posto all’ingresso della Chiesa di S. Salvatore dal lato sinistro, a capo della scalinata che saliva dalla piazza sottostante: la maestosità del portale richiama le imponenti dimensioni dell’antica Chiesa romanica appartenuta agli agostiniani. Si tratta di un portale a sesto acuto con i resti di una cuspide con campana; è delimitato da stipiti a ghiera decorati con motivi di tralci vegetali bordati verticalmente da una colonnina liscia e, per la parte circolare, da un bordo di quadrotte decorate a motivi fitomorfi.
Le formelle della ghiera raccontano la storia della Genesi, il peccato originale e la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Il brano biblico si snoda tra elementi figurativi derivanti dal mondo vegetale e animale: colpa e pena, come pure bene e male, sono monito per il fedele.
La fattura di questo portale si distingue per originalità: le mani che reggono le mensole laterali con le colonnine, su cui dovevano poggiare altri elementi architettonici della facciata, sono un raro esempio di scultura architettonica trecentesca.