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L’imponente edificio del XIII sec., un tempo Chiesa di “Santa Maria Grande”, che si erge sul punto più alto del Paese, ha avuto origine da una precedente Chiesa risalente all’XI sec. fatta sorgere dai monaci farfensi.
È proprio attorno a questo sito che nasce il primo significativo insediamento del paese.
Nel 1263 la chiesa fu ceduta ai Frati Minori Conventuali e venne riconsacrata al Santo. Proprio i Francescani rifondarono l’edificio in stile romanico-gotico. Il portale, in travertino, è opera del maestro Gallo e si presenta con un arco a tutto sesto decorato con un aspide, il basilisco e il leone che, nella tradizione cristiano-medioevale, rappresentano la disperazione, la presunzione e la superbia. Completano il portale due leoni stilofori ed una lunetta con lo stemma di Papa Sisto V, frate francescano e marchigiano, la cui ascesa al soglio pontificio nel 1585 permise ai frati di apportare radicali trasformazioni alla Chiesa che divenne più imponente. L’ingresso originario era rivolto all’attuale Pincio e con un’altra porta, nel lato opposto, si accedeva al chiostro del convento mentre, all’interno, la Chiesa si presentava a navata unica con lo stile semplice e funzionale tipico delle costruzioni francescane. Verso la fine del XVIII sec. la costruzione subì gli ultimi interventi acquisendo l’attuale stile neoclassico. Annessa alla Chiesa si trova la Cappella Farfense.